"NON LASCIARE NESSUNO INDIETRO: DIRITTI UMANI E RIFUGIATI" GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’Acqua, istituita dall’Onu nel 1992 e nata per evidenziare l’importanza dell’acqua e la necessità di preservarla e renderla accessibile a tutti attraverso una più attenta e imparziale ridistribuzione della stessa. Basti pensare che ad oggi più di 425 litri pro capite vengono usati al giorno negli Usa, mentre appena 10 in Madagascar. 

Il tema lanciato per l'edizione 2019 è " Leaving no one behind: human rights and refugees" (Non lasciare nessuno indietro: diritti umani e rifugiati). È un invito a riflettere sulle difficoltà che milioni di persone incontrano per rifornirsi di poca acqua e per giunta di pessime qualità e, insieme, un invito a cooperare per ridurre tali impedimenti.

Le difficoltà di accesso alla risorsa idrica si sono acuite a
causa di cambiamenti climatici, guerre e condizioni di vita insostenibili. Le migrazioni, ad esempio, inducono milioni di persone ad abbandonare le terre di origine per finire sistematicamente in campi profughi immensi, dove l'acqua scarseggia e i servizi igienici e sanitari sono a dir poco precari. 

L’acqua è fonte primaria di vita dell’uomo e del Pianeta, una risorsa preziosa, che però sprechiamo quotidianamente in quantità notevoli. 

Le parole d’ordine in questo settore, in considerazione della previsione secondo cui nel 2050 potrebbero esserci popolazioni per mesi senz'acqua, non possono che essere: efficienza, risparmio e gestione pubblica.

Ciascuno di noi può contribuire individualmente ad assicurare una migliore gestione delle risorse idriche risparmiando acqua potabile e ottimizzandone l’utilizzo attraverso semplici, ma essenziali gesti quotidiani. Chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti, impiegare meno tempo per fare la doccia, effettuare dei carichi di lavatrice completi, utilizzare un annaffiatoio al posto della pompa per irrigare i nostri giardini, o provvedere a riparare rubinetti gocciolanti riducendo così perdite e sprechi inutili sono piccole attenzioni da cui non dovremmo sottrarci.

In Italia il consumo giorno/pro capite è di 245 litri. Molti sprecati inutilmente: il rubinetto del bagno lasciato aperto lavandosi i denti se ne porta via 30 litri all’anno. Facendo la doccia utilizziamo circa 50 litri di acqua, se preferiamo un bagno, i litri che consumiamo sono il triplo. Ben il 33% degli italiani passa sopra a una perdita «se non è fastidiosa» e non cambia il pezzo guasto.

L’invito all’efficienza e al risparmio è ancora più pregnante se guardiamo i dati forniti dai soggetti deputati alla gestione e distribuzione delle risorse idriche. 

Allarmante è infatti la situazione circa la dispersione idrica. in Italia in media un terzo dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata. Il livello di spreco maggiore si registra proprio nel Lazio con il 60% di dispersione idrica. Questo vuol dire che su 10 litri immessi nel sistema idrico solo 4 riescono ad arrivare al consumatore finale. Tale aspetto si riflette negativamente sulle tariffe applicate per il Servizio Idrico Integrato. Basti pensare che tra le provincie più care in Italia troviamo proprio quelle di Frosinone e di Latina, con una spesa media pro capite che continua ad aumentare a fronte di un servizio che sembra essere "stagnate". 

Tutto ciò pone problemi, oltre che sul piano economico, anche a livello etico. 

È etico permettere ad intere popolazioni del globo di vivere senza acqua? È etico permettere l’inquinamento indiscriminato delle falde acquifere, come la Valle del Sacco nella Provincia di Frosinone? E' etico permettere a società per azioni gestire un bene pubblico in modo privatistico, non consentendo un accesso economico e alla portata di tutte le famiglie? 

E non allontanandoci tanto dai nostri contesti territoriali è etico che la popolazione si faccia carico dell'inefficienza del servizio idrico integrato sopportando continui aumenti tariffari?

Se è vero che noi cittadini tutti dobbiamo fare la nostra parte con comportamenti attenti è indubbio che i Gestori del servizio devono farsi carico di tutti i problemi strutturali che ad oggi continuano ad essere scaricati sui consumatore finale.