È di ieri la notizia del prezzo della benzina ai massimi da due anni, a quota 1,60 Euro al litro, mentre il diesel vola a 1,458 Euro al litro.
Prezzi relativi al self service, che raggiungono anche quota 1,92 per il servito, stando alle numerose segnalazioni e lamentele che riceviamo.
Prezzi che, come denunciamo da tempo, sono ben al di sopra del livello a cui dovrebbero attestarsi, con gravi ricadute sia sugli automobilisti, sia sull’andamento dei prezzi dei beni di largo consumo, che di questo passo, se non si mette un freno agli aumenti ingiustificati dei carburanti, cresceranno ulteriormente.
Secondo i calcoli dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il prezzo della benzina dovrebbe attestarsi almeno 12 centesimi al di sotto di quello attuale. Il sovrapprezzo applicato, in termini annui, porterebbe ad un aggravio di circa +144 Euro ad automobilista. Gli aumenti in termini indiretti, sui beni di consumo trasportati in larga parte su gomma, saranno di 107,28 Euro annui a famiglia.
A peggiorare la situazione contribuisce il sistema di tassazione che pesa in maniera eccessiva sui carburanti. Su 1,60 Euro al litro di benzina, oltre 72 centesimi sono di accisa, 28 di IVA. Imposta che viene applicata anche sull’accisa: tassando quella che è già una tassa.
“È urgente che il Governo agisca per dare un taglio a questi costi, monitorando attentamente sovrapprezzi e speculazioni, specialmente in vista delle partenze estive, ma anche ricorrendo ad un sistema di tassazione più sostenibile.” – afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.