All’indomani della chiusura dei termini per la presentazione delle istanze di accesso al FIR (Fondo indennizzo risparmiatori), avvenuta il 18 giugno senza l’ulteriore proroga da noi richiesta, nuove ombre si proiettano sui rimborsi ai risparmiatori.
Il 19 Giugno u.s., ovvero il giorno successivo alla scadenza per l’inserimento delle domande la Commissione Tecnica FIR ha rilevato che: “Quanto alla documentazione bancaria inerente allo strumento finanziario oggetto di istanza di indennizzo, da allegare alla domanda di accesso al FIR, a fronte della dichiarata impossibilità di alcune banche (segnatamente Banca Intesa) di fornire tempestivamente tali documenti, la Commissione delibera di considerare come possibile la rimessione in termini di quanti, entro il 18 giugno, abbiano allegato una richiesta di attestazione alla propria banca, rimasta inevasa; per tali domande si procederà ad una richiesta di integrazione documentale con le modalità previste dalla normativa vigente."
Una vera e propria beffa, l’ennesima, a danno dei risparmiatori: in primis perché tale determina viene assunta all’indomani della scadenza dei termini, in maniera del tutto discutibile dal punto di vista etico ancor prima che da quello formale. Inoltre perché questa specifica giunta a posteriori rischia di mettere a repentaglio le domande presentate, prive dell’attestazione fornita dalla banca.
Le indicazioni fornite da Consap riportavano, infatti, che in caso di mancanza di documentazione questa potesse essere integrata previa richiesta della Commissione, senza fare alcun cenno ad alcun obbligo di allegare la richiesta di attestazione rimasta inevasa dalla banca.
Una decisione scorretta, oltre che poco trasparente, che non mancheremo di contestare nelle sedi opportune.
Vogliamo rassicurare i cittadini che hanno presentato istanza attraverso la consulenza della Federconsumatori, che tutta la documentazione necessaria è stata acclusa. Tutti coloro che, invece, non si fossero avvalsi della nostra consulenza e che all’indomani di tale chiarimento hanno appreso che la loro domanda risulta carente dell’attestazione della banca potranno rivolgersi alla nostra Associazione per far valere i propri diritti.
È incomprensibile, oltre che inammissibile, che i risparmiatori siano nuovamente danneggiati a causa dei ritardi e del comportamento incurante delle esigenze dei cittadini messo in atto dalle banche.
Proprio per questo abbiamo chiesto al Governo un atto di responsabilità: è fondamentale e necessaria una riapertura dei termini per la presentazione delle istanze, fermo restando l’avvio dell’esame delle domande già presentate. A dimostrarlo vi sono le statistiche: pur avendo le banche fallite o in difficoltà 300 mila azionisti che avrebbero titolo ad accedere al FIR, a pochi giorni dalla chiusura dei termini le domande presentate sul portale CONSAP erano meno della metà.